ROMA Santa
Maria del Buon Aiuto |
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La
chiesetta di Santa Maria del Buon Aiuto è ubicata tra la basilica di San
Giovanni In Laterano e quella di Santa Croce di Gerusalemme, a ridosso
delle mura aureliane e dei resti dell'anfiteatro castrense. |
Il ringraziamento per
la protezione dalla... pioggia |
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Tradizione vuole che papa Sisto IV (Francesco della Rovere) nel
1476, in una sua passeggiata a piedi da San Giovanni in Laterano a S.
Croce in Gerusalemme, fosse sorpreso da un temporale e trovasse riparo
sotto un edicoletta con un'immagine affrescata della Vergine. |
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Come
ringraziamento per lo 'scampato pericolo', fece tagliare il muro dove era
l'affresco e lo pose in una nuova chiesetta a cui diede il nome di S.
Maria del Buon Aiuto, scolpendo sugli architravi delle due porticine la
propria paternità e inserendo nel soffitto e sulla facciata il proprio
stemma. |
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L'oratorio in un quadro di Achille Pinelli (1830 circa) |
La stampa
del Lancelot del 1859
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La chiesa nel 2012
(il prato antistante è stato scavato)
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Di sicuro, tra le Basilica
di S. Croce in Gerusalemme e quella del Laterano, al posto dell'attuale
spianata che ha dato spazio a Viale Carlo Felice e Viale Luciano Lama, vi
era una piccola collinetta chiamata 'collepapi' o, a
volte, 'colle cipollaro' per via delle
coltivazioni di cipolle. Ai piedi di questa collinetta, lungo la strada
che univa le due basiliche, vi era la chiesa di S. Maria de Spazolaria,
che aveva due accessi, uno di fronte all'altro. In pratica nel
precorrere la strada, si entrava da una porta della chiesa e si riusciva
dall'altra, come in molte cappelle ancora esistenti lungo le strade. |
E' probabile pertanto che
sia stato questo il 'riparo' del papa, poiché S. Maria de Spazolaria fu distrutta da Sisto IV contemporaneamente alla
fondazione di S. Maria del Buon Aiuto, mentre il 'colle cipollaro' venne
spianato da Benedetto XIV (1740-1758).
Il nome 'de
spazolaria' o 'de spazzellaria' proviene da un termine scherzoso del
popolo che indicava in questo modo 'lo spazzare' delle elemosine lasciate
dai fedeli da parte del sagrestano. Infatti cappelle di questo tipo
erano caratterizzate oltre che dai due accessi, da un unico altare
laterale protetto da una balaustra; le elemosine venivano lasciate per
terra all'interno dello spazio protetto ed, evidentemente, il sacrestano
di questa cappella invece di raccoglierle una per una chinandosi tutte le volte, preferiva usare 'la
scopa' e raccoglierle tutte insieme.
L'affresco presente sull'altare è attribuito ad Antoniazzo Romano
(1460- 1510). Se questa
attribuzione è corretta anche la tradizione dell'affresco spostato viene a
cadere. |
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